CRIPTOVALUTE IN DICHIARAZIONE DEI REDDITI

  • Categoria dell'articolo:Dichiarativi

 

criptovalute

COSA SONO LE CRIPTOVALUTE?

Le criptovalute hanno vissuto negli ultimi anni un vero e proprio boom.

Il vocabolo criptovaluta o criptomoneta è l’italianizzazione del termine inglese cryptocurrency, e si riferisce ad una rappresentazione digitale di valore basata sulla crittografia.

Le criptovalute hanno vissuto negli ultimi anni un vero e proprio boom che avuto il suo picco a fine 2017 quando la criptomoneta più famosa, ossia il Bitcoin, ha toccato un valore molto alto.

Non esistono in forma fisica e pertanto sono valute virtuali. Esse si generano e si cambiano soltanto in via telematica.

La  conservazione avviene in un portafoglio digitale/elettronico, denominato wallet . Non sono protette da un ente come un governo o una banca centrale,  ma bensì vengono gestite da una rete di computer privati e server.

Si possono negoziare in qualsiasi istante, in qualsiasi ora del giorno perché il loro scambio non avviene sui mercati regolamentati, ma su piattaforme che ne permettono lo scambio, chiamate exchange.

Le transazioni e il rilascio avvengono collettivamente in rete, pertanto non c’è una gestione di tipo “centralizzato”.                                                                                                                                                                 Il controllo decentralizzato di ciascuna criptovaluta funziona attraverso una tecnologia di contabilità generalizzata (DLT)[6], in genere una blockchain, che funge da database di transazioni finanziarie pubbliche.

Nel 2009 venne lanciata la prima criptovaluta, il Bitcoin, da un individuo (o forse un gruppo di persone) sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto e successivamente ne vennero create molte altre. Oggi le crypto più famose e negoziate sono Litecoin, Ethereum, Dogecoin, Theta, Ripple e Cardano. Si stima che ogni giorno nascono nuove criptovalute con progetti più o meno validi alle spalle.

Le attività che possono essere svolte con le criptovalute sono

  1. detenerle su un wallet, con lo scopo di investimento a medio/lungo periodo
  2. investimenti speculativi su piattaforme di scambio (exchange) acnhe di brevissimo periodo
  3. utilizzarle per gli acquisti online, tramite le piattaforme che lo permettono

L’acquisto online con pagamento in moneta virtuale è sempre più diffuso anche nei siti ecommerce del nostro paese.

 

LA DICHIARAZIONE DELLE CRIPTOVALUTE

Le criptovalute detenute su wallet esteri vanno sempre dichiarate al Fisco.

Il quadro di riferimento è il quadro RW del Modello Redditi PF.

L’articolo 4 del DL n.167/90 dispone quanto segue “Le persone fisiche che posseggono investimenti all’estero ovvero attività estere di natura finanziaria, suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia” sono obbligate a rispettare la normativa sul monitoraggio fiscale. 

Le criptovalute non sono soggette all’imposta IVAFE, in quanto quest’ultima si applica solo ai depositi e conti correnti di natura bancaria.

Trattandosi di somme detenute all’estero il possesso del conto va sempre dichiarato.

La mancata dichiarazione del conto all’estero è soggetta alle seguenti sanzioni:

  • €258 sanzione fissa per mancata compilazione del quadro RW
  • sanzione da 3% al 15% delle somme non indicate in RW
  • proroga di 1 anno del termine di prescrizione

Le diverse tipologie di wallet

Esistono 3 diversi tipi di wallet:

  • il wallet fisico (chiavetta usb) tra i più utilizzati e sicuri;
  • il wallet decentralizzato (un wallet che non ha sede in quanto si trova su una blockchain);
  • il wallet con sede estera (un wallet creato e gestito da una società con sede estera).

Bisogna pagare le tasse sui guadagni di criptovalute?

L’Agenzia delle Entrate considera le criptovalute al pari delle VALUTE TRADIZIONALI.

Pertanto al di sotto della soglia di €51.645,69 di giacenza,  non sono soggette a tassazione del 26%.

Il calcolo delle plusvalenze o minusvalenze relative alle operazioni in valuta deve essere fatto solo se la giacenza complessiva di tutti i depositi e conti correnti in valuta detenuti sia superiore a €51.645,69. Superato questo limite per almeno 7 giorni lavorativi consecutivi, l’Agenzia delle Entrate considera la compravendita di criptovalute un’attività speculativa.

Da precisare che occorre valutare il superamento del limite in base a tutti i conti in valuta non euro detenuti.