* di Gabriella Fabrizio
IL TATUATORE IN PILLOLE
Prima di parlare del tatuatore è importante fare un breve excursus sulla storia dei tatuaggi.
La storia del tatuaggio è molto più antica di quanto non si pensi: le primissime testimonianze di persone tatuate risalgono addirittura alla Preistoria che avevano un significato magico e rituale.
Con il passare dei secoli, il tatuaggio viene utilizzato per gli scopi più diversi: come decorazione per il corpo, come accadeva nell’antico Egitto, o come simbolo prettamente religioso.
Ben presto, però, il tatuaggio diviene un segno distintivo di due principali categorie: quella dei guerrieri e quella de criminali.
Negli anni il tatuaggio diviene una vera e propria arte fino ad arrivare ai nostri giorni come un elemento estremamente comune e non soltanto nel mondo della musica o dello spettacolo. I negozi e gli studi di tatuaggi si diffondono sempre più riscuotendo un forte successo.
Ad oggi l’attività del tatuatore è considerata una professione a tutti gli effetti e, pertanto, deve essere svolta in condizioni di igiene e sicurezza, per sé e per la clientela.
PRIMI PASSI PER DIVENTARE TATUATORE
È innegabile che negli ultimi anni la voglia di imprimere ricordi e passioni sulla pelle sia dilagata, per questo molti giovani hanno visto in questo settore una concreta possibilità di business.
I giovani che desiderano diventare tatuatori, dunque, per poter lavorare come dipendenti presso uno studio già avviato o per mettersi in proprio con un nuovo negozio, devono, come prima cosa, seguire uno specifico percorso di formazione.
I corsi per tatuatori si tengono ogni anno, hanno una durata di circa 90 ore ed un costo medio di 1.600 – 1.800 euro.
Durante il percorso di studi, l’aspirante tatuatore apprende sia tecniche professionali specifiche, sia svariate nozioni riguardanti la dermatologia, l’igiene e la sicurezza sul lavoro.
In realtà per diventare un tatuatore bravo e rinomato, la teoria è solo il primo passo. Occorre, infatti, specializzarsi in un determinato stile (dal geometrico all’old school, fino al tribale, etc.) e, soprattutto, perfezionare la propria manualità con tanta pratica.
Il secondo step, per diventare tatuatore, consiste nell’affinare le proprie competenze ed abilità.
Il tatuatore, infatti, è un vero e proprio artista, che non si limita solo a “bucare la pelle”, bensì crea ed esegue disegni unici e particolareggiati.
Ciò significa che, in qualità di aspirante tatuatore, è doveroso allenarsi per diverse ore al giorno con carta e matite, per arrivare, successivamente, a padroneggiare così gli strumenti del mestiere.
L’ATTIVITA’ DEL TATUATORE
Il tatuatore per iniziare a lavorare può scegliere una delle due possibili alternative:
– lavorare come dipendente presso un negozio;
– mettersi in proprio e/o avviare uno studio da tatuatore.
Nel primo caso, sarà sufficiente dimostrare di possedere i requisiti legali; se, invece, si vuole lavorare da libero professionista, si dovranno effettuare i passaggi necessari per aprire la Partita IVA ed avviare uno studio personale e di questo si parlerà nel paragrafo successivo.
ADEMPIMENTI FISCALI PER L’AVVIO DELL’ATTIVITÀ DI UN TATUATORE
Per poter avviare la propria attività di tatuatore è necessario rispettare alcuni adempimenti di natura amministrativa e di natura fiscale. Il primo passo da compiere è aprire la Partita IVA con il riconoscimento del codice Ateco (in questo caso è 96.09.02), questo porta senz’altro ad affidarsi ad un commercialista esperto.
Il passo successivo è quello di iscriversi alla Camera di Commercio, che comporta un costo fisso e alla Gestione Artigiani e Commercianti Inps.
Contestualmente è necessario, poi, inviare la Comunicazione Unica (o ComUnica): un modulo che riassume le richieste da effettuare a vari enti. Oltre a quanto detto il tatuatore, essendo artigiano, dovrà presentare presso il Comune di residenza la S.C.I.A. ovvero la “segnalazione certificata di inizio attività”.
Inoltre, è bene precisare che se all’interno dello studio vengono venduti prodotti più o meno professionali, sarà necessario configurarsi non solo come artigiano ma anche come commerciante con il codice Ateco 47.75.10 “commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per la toletta e per l’igiene personale”.
A questo punto è importante scegliere anche il giusto Regime Fiscale.
Tra i diversi regimi fiscali vi sono: il Regime Fiscale Forfettario e il Regime Fiscale Semplificato.
– Regime Fiscale Forfettario: è considerato il più conveniente rispetto agli altri; uno dei requisiti principali è che il ricavo non deve essere superiore ai 65mila €. Questo particolare regime fiscale prevede una tassazione forfettaria del reddito professionale derivante dall’attività, da calcolare in percentuale rispetto ai ricavi annui.
– Regime Fiscale Semplificato: è il regime “naturale” dei professionisti. In questo caso il reddito sarà conteggiato sulla differenza tra ricavi meno costi e su questo reddito si applicherà l’IRPEF in base agli scaglioni previsti dalla legge.
Il regime prevede assoggettamento a IVA e ritenuta di acconto in fattura.
CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI
Il settore dei tatuaggi è in forte espansione e, per tale ragione, diventare tatuatore è una valida opportunità per chi possiede una buona manualità.
Questa nuova figura viene riconosciuta anche dalla ATIR (Associazione Tatuatori Italiani Riuniti), un’associazione che tutela e promuove l’etica e la professionalità dei tatuatori italiani che ha richiesto al Ministero della Salute una circolare che specificasse le norme a cui attenersi per l’esercizio dell’attività.
*Freelance