Voluntary disclosure: cos’è? Quanto costa? La guida completa

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Scopri tutto ciò che riguarda la Voluntary Disclosure! All’interno di questa breve guida, andremo a vedere: cosa vuol dire e che cos’è? Chi può accedere e chi no? Come presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate? Quanto costa mettersi in regola? Quando compilare e quando non compilare il Quadro RW nella dichiarazione dei redditi? Chi è obbligato e chi è esonerato dal monitoraggio fiscale? Come calcolare i soldi da versare all’Agenzia delle Entrate? Come compilare il modello F24? Cosa vuol dire scudo fiscale e come calcolarlo? E molto altro ancora!

Nella prima parte di questo articolo potrai trovare un approfondimento riguardante la tematica della Voluntary Disclosure.

In particolare, inizieremo dando una breve definizione e mostrando, perciò, che cosa vuol dire e che cos’è questa particolare procedura? Per poi parlare di Chi può accedere e di chi non può accedere.

Dopodiché, vedremo come presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate e Quanto costa mettersi in regola con l’AdE.

Poi ci concentreremo sugli aspetti pratici di tipo fiscale, parlando di quando compilare e quando non compilare il Quadro RW all’interno della dichiarazione dei redditi e di chi è obbligato e chi è esonerato dal monitoraggio fiscale.

Infine, concluderemo mostrando come calcolare i soldi da versare all’Agenzia delle Entrate, come compilare il modello F24 per il versamento da corrispondere all’AdE, che cosa vuol dire il termine scudo fiscale e come calcolarlo.

Qua sotto potrete trovare un breve video, il quale è stato realizzato ed è stato pubblicato all’interno del canale YouTube di “Luca Ferrini – Difensore Tributario”, nel quale viene spiegato, in una maniera estremamente chiara e precisa, tutto quello che riguarda la voluntary disclosure ed, in particolare, che cos’è, come funziona e quali sono le novità che riguardano questa particolare procedura da effettuare per collaborare con l’Agenzia delle Entrate.

Inoltre, se sei interessato ad approfondire queste tematiche, a conoscere tutte le novità in ambito fiscale o se vuoi richiedere una consulenza personalizzata, allora ti consiglio di recarti sul sito web: “lucaferrini.it”.

 

Cosa vuol dire e che cos’è la Voluntary Disclosure?

Il primo passo che ci appresteremo ad effettuare all’interno di questa breve guida, sarà quello di andare a dare, inizialmente, una breve definizione e quello di andare a parlare, in particolare, di che cosa vuol dire e di che cos’è la voluntary disclosure.

Nello specifico, quest’ultima è una particolare tipologia di procedura che in lingua italiana significa “collaborazione volontaria”.

Infatti, questo termine sta ad indicare una modalità attraverso la quale i cittadini italiani decidono spontaneamente di collaborare, appunto, con l’Agenzia delle Entrate, in modo da regolarizzare la propria posizione con il Fisco.

Questo particolare strumento serve nei casi in cui i cittadini siano in possesso, in maniera illegale, di patrimoni in altri Stati al di fuori del territorio italiano.

Chi può accedere alla Voluntary Disclosure?

Dopo aver dato, inizialmente, una breve definizione e dopo aver parlato, in particolare, di che cosa vuol dire e di che cos’è la voluntary disclosure, passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, per l’appunto, chi è che può accedere a questa particolare procedura da effettuare per collaborare con l’Agenzia delle Entrate.

Nello specifico, ecco quali sono i soggetti che possono effettuare questa procedura:

Le persone fisiche;Le società semplici;Le associazioni;Gli enti non commerciali;Coloro che si sono trasferiti all’interno di un Paese facente parte della black list;Coloro che hanno una residenza estera fittizia;Gli “esterovestiti”;I trust;I trust esterovestiti.

Chi non può accedere alla Voluntary Disclosure?

Passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, per l’appunto, chi è che non può accedere a questa particolare procedura da effettuare per collaborare con l’Agenzia delle Entrate.

Nello specifico, ecco i casi in cui il contribuente non può procedere con l’invio della domanda di collaborazione volontaria:

Quando egli ha già subito accessi, ispezioni o verifiche sul suo conto;Quando gli sono state poste delle altre attività di accertamento;Quando egli è già indagato;Quando egli è già un imputato.

Come richiedere la Voluntary Disclosure all’Agenzia delle Entrate?

Andiamo ora ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, per l’appunto, che cosa bisogna fare per poter richiedere questa particolare procedura da effettuare per collaborare con l’Agenzia delle Entrate.

Nello specifico, la domanda per la collaborazione volontaria può essere presentata esclusivamente in modalità digitale, completandola attraverso il sito ufficiale dell’AdE.

In particolare, esistono due diverse modalità per effettuare questa procedura:

La prima è quella di procedere con l’autenticazione attraverso il servizio di Fisconline o Entratel, in maniera autonoma;La seconda è quella di delegare e di farsi assistere da un soggetto abilitato, i quali sono previsti ed indicati espressamente all’interno del Decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, e che presenteranno la domanda per contro del contribuente.

Quanto costa mettersi in regola con la Voluntary Disclosure?

Approfondiamo questo specifico argomento, andando a vedere, per l’appunto, quanto costa mettersi in regola attraverso questa particolare procedura da effettuare per collaborare con l’Agenzia delle Entrate.

Nello specifico, le cifre che bisogna pagare nel caso in cui si detengano dei capitali all’interno di un Paese estero variano a seconda della tipologia di collaborazione volontaria.

In particolare, si potrà andare a pagare da un minimo del 4,6% del patrimonio estero fino ad un massimo del 96,6%.

Quando compilare il Quadro RW nella dichiarazione dei redditi?

Successivamente alla trattazione della tematica che riguarda quanto costa mettersi in regola attraverso la voluntary disclosure, passiamo adesso a vedere, invece, quando occorre compilare il Quadro RW all’interno della dichiarazione dei redditi.

Nello specifico, questo campo presente in questo particolare documento fiscale e contabile deve essere inoltrato entro la scadenza fissata al 30 novembre dell’anno successivo al periodo d’imposta.

In particolare, andrà compilato quando si possiedono:

Investimenti all’estero;Attività finanziarie estere in qualità di proprietario;Attività finanziarie estere in qualità di titolare di un altro diritto reale.

Quando non compilare il Quadro RW nella dichiarazione dei redditi?

Dopo aver parlato di quando compilare il Quadro RW nella dichiarazione dei redditi, passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, per l’appunto, quali sono i momenti e le motivazioni per cui non bisogna andare a compilare questo particolare campo, situato all’interno di questo particolare documento fiscale e contabile.

Nello specifico, il Quadro RW non va compilato:

Per le attività finanziarie e patrimoniali che risultano già tassate dagli intermediari che le gestiscono;Dalle persone fisiche, le quali operano per conto dello Stato italiano;Dai cittadini residenti in Italia, ma che lavorano, in maniera continuativa nelle zone di frontiera all’estero.

Chi è obbligato a compilare il Quadro RW nella dichiarazione dei redditi?

Passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, per l’appunto, chi risulta obbligato al monitoraggio fiscale.

Nello specifico, ecco quali sono questi soggetti:

Le persone fisiche;Gli enti non commerciali;Le società semplici;I soggetti equiparati.