IL CALCOLO DELLE TASSE DEL TRADING ONLINE

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Trading

Con la pandemia è tornato di moda il trading online.

Infatti in tanti si sono avvicinati a quest’attività spinti anche da diversi giornali e siti.

Il trend degli ultimi mesi è in crescita : si spera in redditi alternativi

Il trader deve sapere gli introiti da trading online sono soggetti a tassazione da pagare .

Se un investitore dovesse ottenere dei profitti dalla speculazione in borsa tramite un broker regolamentato, dopo aver prelevato il denaro dovrà pagare le tasse.

Se i risultati dal trading sono invece pari o inferiori alla somma investita, non sarà necessario, avendo ottenuto una minusvalenza.

Le tasse sul forex e cfd sono quindi obbligatorie solo nel caso di una plusvalenza dal trading online

È possibile non pagare le tasse sul trading?

Non è chiaramente possibile non pagare le tasse nel caso di guadagni dal trading

Ogni qual volta un cittadino ha un guadagno da un proprio lavoro, è obbligato a pagarne la relativa tassazione.

Non c’è differenza se gli introiti derivano da investimenti sul cambio valutario o azionario, infatti se si fa trading con un broker regolamentato, la percentuale da pagare non varia da asset a asset. 

La tassazione sulle azioni o sul forex è uguale.

Le tasse nel trading online

Come già spiegato in precedenza, le tasse che il trader deve pagare quando ottiene dei guadagni dal trading online, è strettamente collegato al netto tra l’importo depositato e quello prelevato.

Diversamente da altri introiti sui quali si è obbligati a pagare percentuali molto alte di tasse, la tassazione sul forex e sulle azioni è relativamente molto bassa.

Come calcolare le tasse nel trading online

Una volta stabilito che è necessario dichiarare e soprattutto pagare le tasse sul forex e cfd, è importante calcolare le uscite e le entrate dall’inizio del proprio percorso nel trading.

Le plusvalenze dal trading sono infatti calcolate dall’inizio del proprio percorso con il broker. 

Se un cliente infatti ha terminato l’anno fiscale con una minusvalenza, potrà sottrarla all’eventuale guadagno dal trading dell’anno successivo. 

Prendiamo in considerazione un trader che il primo anno di trading ha terminato con una minusvalenza di 1000 euro. 

Su questi non sarà ovviamente necessario pagarci le tasse in quanto non c’è stato un guadagno.

Il secondo anno di trading questo stesso investitore riesce a ottenere un guadagno di 1000 euro. Sui 1000 euro teoricamente sarà tenuto a trattenere una percentuale da pagare allo stato a cui fa riferimento fiscalmente. 

Però non è così; il trader in questo caso non dovrà pagare un centesimo di tasse in quanto ha terminato in pareggio considerando anche l’anno precedente.

Lo stesso, il terzo anno di trading, riesce a fare altri 1000 euro di guadagno. 

Su questi 1000 euro è tenuto a pagare la percentuale di tasse poichè nel totale ha avuto una plusvalenza di questo importo.

Come pagare le tasse del trading online

Attualmente in Italia la tassazione sulle plusvalenze del trading raggiungono il 26%.

Nel Modello Unico, bisognare indicare il totale dei corrispettivi nella sezione II-B al rigo RT41, sotto la voce altri redditi diversi di natura finanziaria di cui all’articolo 67 comma 1 lett. da c-bis a c-quinques del TIUR. Per cui:
1) devono essere calcolate tutte le plusvalenze percepite nell’anno precedente e calcolate le eventuali perdite;
2) devono essere dichiarate con il Modello Unico dell’anno corrente;
3) deve essere pagata la relativa imposta con modello f24.

Lo studio è a disposizione per ulteriori informazioni ed assistervi e per il calcolo delle tasse del trading online.