*di Gabriella Fabrizio
CHI E’ IL VIDEO MAKER?
Con il termine video maker o film maker si designa quel professionista che si occupa di realizzare contenuti video e che, nella maggior parte dei casi, lavora come Freelancer presso il proprio studio o, per ridurre i costi, direttamente da remoto.
D’altronde, grazie alla tecnologia odierna, basta una semplice connessione ad Internet ed un computer attrezzato con i programmi per il montaggio video e la post-produzione, per lavorare comodamente da casa.
COME DIVENTARE UN VIDEO MAKER?
Per poter diventare ufficialmente e soprattutto un buon video maker è necessario un periodo di formazione.
Negli ultimi anni, infatti, con la diffusione del web e dei social network, il numero di ragazzi e ragazze iscritti alle Accademie di Belle Arti, nonché a scuole e corsi privati, è cresciuto rapidamente, questo per cercare di far fronte alle richieste del mercato.
Solo lo studio teorico non è, però, sufficiente per acquisire tutte le competenze richieste ad un video maker freelance.
In realtà, dopo aver conseguito il Diploma di Laurea (o un attestato di qualifica professionale rilasciato da una scuola accreditata), è utile fare esperienza sul campo, all’interno di uno studio già avviato, con una troupe o, piuttosto, in un ambiente variegato: un’agenzia di marketing, eventi o comunicazione, ecc.
Dopo qualche anno di gavetta, si può scegliere se lavorare come dipendente presso un’agenzia di marketing e comunicazione o come un freelance.
LE DIVERSE TIPOLOGIE DI VIDEO MAKER
L’attività del video maker può essere svolta in tre diversi modi; essi sono:
1) video maker su commissione: si lavora su commissione, cioè realizzando video direttamente richiesti da aziende o clienti privati, come, per esempio, un breve spot pubblicitario per il web o il classico filmino del matrimonio.
Questo tipo di video maker è considerato a tutti gli effetti un libero professionista;
2) video maker non su commissione: si lavora in maniera più autonoma, senza aspettare che un cliente si rivolga per fare delle riprese o creare una clip. Questo tipo di attività consiste nel creare e vendere a terzi i propri video e si verrà, così, classificati come artigiano o, per essere più precisi, come una ditta individuale di tipo artigianale;
3) video maker di montaggio e produzione video: si lavora per la produzione di cortometraggi, documentari, film, ecc., curando sia la parte creativa che le successive fasi di montaggio e/o post-produzione. Si verrà, così, inquadrati come artigiano.
ADEMPIMENTI FISCALI PER L’AVVIO DELL’ATTIVITÀ DI UN VIDEO MAKER
Come per ogni inizio di attività anche per quella del video maker è importante rispettare adempimenti amministrativi e fiscali.
A seconda della modalità di lavoro che si andrà a scegliere, tra le tre descritte nel paragrafo precedente, cambieranno sia gli adempimenti da assolvere, sia i costi iniziali da preventivare per l’apertura della Partita IVA da videomaker.
L’iter burocratico da seguire, infatti, dipende dall’inquadramento fiscale dell’attività: per i liberi professionisti è necessario l’apertura della Partita Iva. Contestualmente, occorre indicare il Codice ATECO, scegliere il regime fiscale ed effettuare l’iscrizione alla Gestione Separata INPS per il versamento dei contributi.
In particolare, rifacendoci ai tre casi sopra analizzati, la scelta si basa sui seguenti codici: nel primo caso il codice Ateco sarà 74.20.19_Altre attività di riprese fotografiche (con inquadramento da libero professionista); nel secondo caso il codice sarà 74.20.19 _Altre attività di riprese fotografiche (con inquadramento da ditta individuale) e infine nel terzo caso il codice sarà 59.11.00 _Attività di produzione cinematografica, video e programmi televisivi (con inquadramento da ditta individuale).
Tutto questo può essere affidato ad un commercialista esperto che, grazie alle sue competenze e abilità, riuscirà a seguire l’iter burocratico nei minimi dettagli.
CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI
Diventare video maker è una valida opportunità per chi possiede una certa padronanza dei software di settore e delle buone doti artistiche oltre a una buona dose di creatività e intraprendenza, professionalità e capacità ad adattarsi alle diverse realtà aziendali.
Trattandosi di un’attività nata in tempi recenti, non esiste ancora una normativa dedicata alla figura di questo professionista né vi è obbligo di esibire requisiti tecnici o professionali specifici per l’attività.
*Freelance