APRIRE UN NEGOZIO VINTAGE

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di Gabriella Fabrizio*

IL VINTAGE IN PILLOLE

Il Vintage è la “tendenza” ad usare un oggetto o ad indossare un indumento che abbia almeno vent’anni prima del momento attuale e diventato, poi, nel tempo qualcosa di culto perché magari fatto con materiali di alta qualità o perché  ha segnato a tal punto il costume e la cultura.

In realtà possono essere considerati vintage: abiti, accessori, bijoux, mobili, dischi, chitarre, computer, videogiochi, ma anche biciclette, automobili, motociclette.

È importante comunque considerare il fatto che negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più l’abbigliamento vintage.

Esso ormai sta contagiando e coinvolgendo un po’ tutti da Parigi a New York, ma anche qui, da Palermo a Milano non c’è zona in cui i negozi dell’usato più trendy degli ultimi decenni non stiano spopolando.

PRIMI PASSI PER APRIRE UN NEGOZIO VINTAGE

Quando si parla di un negozio vintage si fa riferimento ad un settore molto particolare che, almeno in apparenza, non deve essere considerato un settore di massa.

Tutto questo è necessario per comprendere e per considerare al meglio l’entità dell’investimento da stanziare per aprire una simile attività e per definire, in un secondo momento, le relative politiche di prezzo.

In merito alle politiche di prezzo è utile e necessario precisare che quando si parla di vintage si può far riferimento a oggetti/vestiti molto costosi o a oggetti/vestiti di qualche decina di euro.

Probabilmente la cosa più giusta da fare è quella di concentrare in un unico negozio sia oggetti/vestiti costosi che quelli a poco prezzo.

Questo permette di attirare ogni genere di clientela e di aumentare il numero di potenziali clienti.

A questo punto la cosa da fare è scegliere il locale adatto, la zona dove aprire il negozio e dotarsi di una vetrina ben visibile.

APRIRE UN NEGOZIO DI VINTAGE: QUAL’E’ L’ITER BUROCRATICO?

Per aprire un negozio vintage è necessario considerare le diverse pratiche burocratiche che riguardano l’apertura di un qualsiasi tipo di negozio.

Innanzitutto, bisogna richiedere la Partita Iva, mettersi in regola con gli enti previdenziali e con il fisco, aprire le posizioni INPS ed INAIL e infine comunicare al proprio comune di residenza l’apertura e l’inizio della propria attività.

E’ necessario rivolgersi ad un commercialista che grazie alle sue competenze e conoscenze può aiutare e supportare l’imprenditore ad affrontare i vari aspetti e ad analizzare ogni minimo dettaglio.

Inoltre, al medesimo professionista potrà essere affidata anche la gestione dell’attività stessa.

A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che bisogna farsi conoscere sul territorio e quindi comunicare la presenza della propria attività sul mercato; questo comporta una spesa relativa alla comunicazione e alla pubblicità.

È importante anche soffermarsi sulla presenza della concorrenza che non deve essere vista come un ostacolo ma come un punto di partenza per differenziare l’offerta e per distinguersi dai competitors.

Inoltre, prima di scegliere il locale dove aprire e avviare la propria attività è consigliabile conoscere le attività che operano già in zona, capire la tipologia di prodotti esistenti e soprattutto capire in quale settore conviene concentrare le proprie risorse.

COSTI PER APRIRE UN NEGOZIO VINTAGE

Aprire un negozio vintage richiede dei costi da sostenere che possono dipendere dal tipo di attività, dal tipo di merce che si vuole vendere e infine dal posizionamento e dalla dimensione del locale.

Tuttavia, in linea generale, si tratta di un investimento abbastanza accessibile, a patto che si faccia rientrare nel budget iniziale la scelta del locale, l’acquisto della merce da rivendere, le utenze mensili e l’eventuale spesa per l’assunzione di dipendenti.

Per esempio, se si sceglie un locale da 50 metri quadri, non serviranno più di 20 mila euro. Se si ambisce, invece, ad un negozio di oltre 200 metri quadri, allora, potrebbero essere necessari anche 40 mila o 50 mila euro di investimento iniziale.

Nel settore del vintage, così come in altri, si può decidere di avviare una propria attività o negozio o affidarsi ad un servizio di franchising.

Grazie a questa ultima alternativa si può lavorare sotto i nomi di brand già noti del settore:

la casa madre darà tutto ciò di cui si ha bisogno per avviare l’attività.

NEGOZIO VINTAGE: CONTO VENDITA O COMPRAVENDITA TRADIZIONALE?

L’apertura di un negozio vintage comporta di stabilire il tipo di format necessario per il proprio business.

Indipendentemente dalla tipologia di oggetti o di abiti che si vuole vendere bisogna decidere se avere la merce in conto vendita o effettuare la compravendita tradizionale.

Nel primo caso è come se si avesse una semplice agenzia pubblica d’affari e la merce venduta viene reperita da utenti privati.

Dunque, il negozio vintage si pone come un intermediario tra chi vuole vendere e chi vuole comprare.

Al contempo, la merce viene presa in conto vendita, si paga circa la metà del prezzo di listino se essa viene realmente venduta, in caso contrario viene restituita entro 60 giorni circa all’utente privato.

Nel secondo caso, invece, si tratta di una comune attività, attraverso cui si vendono oggetti/vestiti ricavati da fornitori (sia privati che aziende) e acquistati seduta stante. L’imprenditore o il titolare del negozio, così, decide a quanto vendere e che ricavi ottenere.

CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI

Il vintage, dunque, rappresenta per molti un vero e proprio stile di vita e questo rende l’apertura di un negozio vintage un’occasione da non lasciarsi scappare. Esso, inoltre, può essere considerato un business che può contare su un’ampia scelta di prodotti tra accessori, complementi d’arredo, oggettistica e vestiario.

Infine, Il vintage, oltre ad essere una vera e propria passione, nell’ultimo periodo si è trasformato in una vera e propria moda difficile da schivare.

Una cosa è certa: quello del vintage è un settore che non conosce crisi.