IMPRENDITORIA FEMMINILE: NUOVI INCENTIVI PER LE DONNE E I GIOVANI

  • Categoria dell'articolo:Fare impresa

IMPRENDITORIA FEMMINILE: NUOVI INCENTIVI PER LE DONNE E I GIOVANI

L’imprenditoria femminile comprende tutte quelle attività che sono a titolarità femminile o nelle quali la compagine sociale sia a maggioranza femminile.

Negli ultimi anni sta crescendo il numero di donne che decide di avviare un’attività imprenditoriale, in proprio o in società con gli altri, in diversi settori.

Strumenti ad hoc per le donne che vogliono mettersi in gioco nel mondo del lavoro sono stati introdotti con la Legge 215 del 1992, denominata “Azioni positive per l’imprenditoria femminile”, la quale stabilisce che le disposizioni sono dirette a:

  1. a) favorire la creazione e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, anche in forma cooperativa;
  2. b) promuovere la formazione imprenditoriale e qualificare la professionalità delle donne imprenditrici;
  3. c) agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile;
  4. d) favorire la qualificazione imprenditoriale e la gestione delle imprese familiari da parte delle donne;
  5. e) promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi.

Vi sono poi anche diverse iniziative a livello comunitario per il sostegno dell’imprenditorialità femminile, come per esempio i finanziamenti europei rientranti nella categoria FSE (Fondo Sociale Europeo).

Sono previsti incentivi e contributi per le imprenditrici e aspiranti tali.

Di seguito l’elenco:

1) ON Oltre nuove imprese a tasso zero.

Misura il cui obiettivo è quello di sostenere, su tutto il territorio nazionale, la creazione e lo sviluppo di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile.

I destinatari di questa misura sono:

-persone fisiche che vogliono costituire e creare una nuova impresa,

-micro e piccole imprese costituite da non più di 60 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione e in cui la compagine societaria sia composta da donne, per oltre la metà, da soggetti di età compresa tra i 18 anni ed i 35 anni.

I settori coinvolti variano da quello dell’industria a quello dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli; quello della fornitura di servizi alle imprese e alle persone, quello del commercio di beni e servizi per coinvolgere infine anche quello del turismo.

Accedendo ad ON, si ottiene un finanziamento agevolato, a tasso zero, della durata massima di 10 anni e di contributo a fondo perduto, per un importo complessivamente non superiore al 90% della spesa ammissibile.

E’ importante precisare che le cose variano a seconda se l’impresa è costituita da non più di 36 mesi o da non più di 60 mesi.

Nel primo caso il contributo a fondo perduto è riconosciuto in misura pari al 20% delle spese relative a macchinari, impianti ed attrezzature, programmi informatici e servizi per l’ambito dell’ informazione e della comunicazione, brevetti e licenze d’uso.

Nel secondo caso il contributo a fondo perduto è, invece, riconosciuto in misura pari al 15% delle spese relative a macchinari, impianti e attrezzature, programmi informatici, brevetti, licenze e marchi.

2) SMART&STAR ITALIA.

Misura riservata soprattutto alle start up innovative, localizzate su tutto il territorio nazionale, iscritte nell’apposita sezione registro delle imprese e in possesso di determinati requisiti. Le start up devono essere costituite da non più di 60 mesi alla data di presentazione della domanda e devono essere classificabili di piccole dimensioni.

In questa misura rientrano i piani di impresa aventi ad oggetto la produzione di beni e l’erogazione di servizi che presentano determinate caratteristiche, come ad esempio:

– significativo contenuto tecnologico e innovativo,

– sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things,

– valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata.

Questa misura finanzia piani d’impresa di importo compreso tra 100 mila euro e 1.5 milioni di euro comprendendo tra le varie categorie di spese le immobilizzazioni materiali (come impianti, macchinari, attrezzature tecnologiche), le immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività che si vuole avviare (come brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche.

Con Smart&Start si ottiene un finanziamento agevolato, senza interessi, per un importo pari all’80% delle spese ammissibili, elevabile al 90% in caso in cui la star up sia costituita da donne e/o da giovani di età non superiore ai 35 anni oppure preveda la presenza di almeno un esperto con titolo di dottore di ricerca conseguito da non più di 6 anni e impegnato all’estero in attività di ricerca o didattica di almeno un triennio.

Il finanziamento riconosciuto ha una durata massima di 10 anni e le domande possono essere presentate seguendo una procedura informatica messa a disposizione sul sito di Invitalia.

3) FONDO GARANZIA: SEZIONE SPECIALE IMPRESE FEMMINILI.

La garanzia del Fondo è un’agevolazione del Ministero dello sviluppo economico che può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari finanziari.

L’intervento è concesso su tutti i tipi di operazioni finalizzati all’attività d’impresa sia a breve che a medio-lungo termine con coperture che vanno dal 90% per operazioni finanziarie all’80% per garanzia diretta e 100% per riassicurazione/contro garanzia per operazioni finanziarie.

La sezione speciale di questo fondo è riservata in modo particolare alle imprese a prevalente partecipazione femminile e alle professioniste.

 CONSIDERAZIONI FINALI

Nell’imprenditoria l’uguaglianza di genere è ancora un’utopia eppure da quanto emerge dai dati del Global Entrepreneurship Monitor (GEM) 2018/2019 l’Asia e l’Africa stanno facendo meglio rispetto all’Europa.

In realtà a fermare un po’ il tutto è stata anche la pandemia dopo la quale comunque il recupero nel ritmo di ripresa dell’imprenditoria femminile è risultato abbastanza lento. Inoltre secondo un’altra ricerca condotta dal Global Business Entrepreneurship Monitor 2016/17 le imprenditrici hanno il 5% in più di probabilità di proporre business innovativi rispetto agli uomini perché, per le donne, l’imprenditorialità per ‘opportunità’ è decisamente più elevata di quella per ‘necessità’.

Le donne trovano meno lavoro e con retribuzioni più basse per diversi motivi che possono essere così classificati:

– poche competenze digitali che sono sempre più richieste dalle imprese in fase di selezione;

– carenza di infrastrutture per aiutare le donne a entrare (o tornare) sul lavoro, per esempio asili o centri di assistenza per anziani.

Nel 2022, in Italia, è stato costituito un Fondo del Ministero dello Sviluppo economico, il Fondo Impresa Femminile, che ha una dotazione di 200 milioni di euro.

Quaranta di questi erano già stati stanziati con la legge di bilancio 2021.

Le altre risorse sono arrivate nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e, con un decreto del 30 marzo, sono stati stabiliti i termini e le modalità per la presentazione delle domande. Il PNRR vuole supportare l’imprenditorialità sia per le donne che vogliono avviare un’attività dal nulla, sia per aziende già avviate e che hanno necessità di consolidare e innovare.