Busta paga: in arrivo nuovo aumento 2022, proprio durante il corrente mese di marzo. Attenzione: le motivazioni dell’aumento in busta paga marzo 2022 sono più d’una. In questo articolo ci occuperemo di analizzarle tutte, per capire in cosa consistono e, soprattutto, chi potrà beneficiarne. Sì, perché in alcuni casi l’aumento non riguarda purtroppo tutti i lavoratori italiani, ma soltanto degli specifici beneficiari.
Busta paga: in arrivo nuovo aumento 2022, proprio durante il corrente mese di marzo.
Il Governo Draghi ha introdotto numerose novità per l’anno corrente, che hanno causato un cambiamento a livello delle buste paga dei lavoratori dipendenti.
In questo modo, con la busta di marzo, milioni di lavoratori italiani potranno contare su un nuovo, straordinario aumento. Aumento che è stato confermato con la Legge di Bilancio per l’anno corrente, e che prenderà avvio solamente ora.
Ma attenzione: le motivazioni dell’aumento in busta paga marzo 2022 sono più d’una.
In questo articolo ci occuperemo di analizzarle tutte, per capire in cosa consistono e, soprattutto, chi potrà beneficiarne.
Sì, perché in alcuni casi l’aumento non riguarda purtroppo tutti i lavoratori italiani, ma soltanto degli specifici beneficiari.
Busta paga: motivazioni degli aumenti 2022
Le novità che hanno portato agli aumenti in busta paga, dunque, sono da ricercarsi nella Manovra 2022, che ha introdotto numerose novità a livello fiscale e previdenziale.
Abbiamo infatti assistito alla riforma dell’IRPEF, ma anche all’introduzione di una nuova misura, di cui ci occuperemo in un paragrafo dedicato. Una misura che sarà riservata alle famiglie italiane e che, per l’appunto, prenderà avvio proprio questo mese di marzo 2022.
Novità che sono tra l’altro state comunicate ufficialmente dal MEF, attraverso il sito ufficiale NoiPa.
Innanzitutto, come ci comunica il MEF, “cambiano gli scaglioni Irpef, le aliquote applicate e il calcolo delle detrazioni da lavoro dipendente”.
Dunque, il primo aumento dipenderà dalla riforma fiscale attualmente in atto.
Ma i possibili aumenti dipenderanno anche dalle variazioni nel calcolo delle detrazioni e dalla nuova misura di sostegno cui accennavamo pocanzi.
Busta paga: aumenti dati dalla riforma fiscale
Ma andiamo per ordine, analizzando gli aumenti previsti per l’anno corrente in busta paga, per i lavoratori dipendenti.
Il primo aumento, come già detto, dipende dalla riforma fiscale. La Manovra 2022 ha infatti introdotto la cosiddetta riforma IRPEF.
Dal 2022, infatti, i cosiddetti scaglioni IRPEF sono diminuiti, passando da un totale di cinque ad un totale di quattro scaglioni IRPEF.
La modifica nel numero degli scaglioni ufficialmente previsti ha anche comportato modifiche alle aliquote IRPEF stesse.
Il primo scaglione, che prevede un reddito massimo di 15.000 euro annui, prevede un’aliquota del 23%. Dunque, fino a 15mila euro, rispetto all’anno precedente, non è cambiato praticamente nulla.
Diversa è invece la situazione per i redditi più elevati.
Oltre i 15mila, ma entro i 28mila euro, avremo invece un’aliquota del 25% (contro il vecchio 27%). Oltre i 28mila, ma entro i 50mila euro, l’aliquota è stata ridotta al 35% (a fronte del vecchio 38%).
Infine, oltre i 50mila euro di reddito, vale l’aliquota unica del 43%.
Questi cambiamenti di aliquota porteranno ad una conseguenza: meno tasse da pagare.
Sarà grazie a questa quota di tasse inferiore, dovuta alla riduzione dell’IRPEF sopra i 15mila euro di reddito, a garantire un primo aumento in busta paga.
Dato che il cambiamento maggiore si registra tra il secondo ed il terzo scaglione, saranno gli appartenenti a queste due fasce a godere del risparmio maggiore, rispetto a coloro che, invece, rientrano nel primo e nel quarto scaglione IRPEF.
Aumento busta paga: la questione delle detrazioni
Tra le motivazioni degli aumenti in busta paga del 2022, dati dalla Manovra per l’anno attuale, abbiamo anche i cambiamenti apportati nel calcolo delle detrazioni. Queste modifiche, a differenza di quelle legate all’IRPEF (che riguardano praticamente tutti) sono esclusivamente riservate ai lavoratori dipendenti.
Il nuovo calcolo, nello specifico, riguarda l’ampliamento della prima soglia di reddito prevista per poter applicare la detrazione. Soglia che, nel 2022, è passata da 8mila a 15mila euro.
Come riportato dal MEF, anche la seconda soglia di reddito ha subito un ampliamento, da 15mila a 28mila euro.
Per quanto riguarda la detrazione, in questo caso, la sua componente fissa è stata innalzata: dai 978 euro previsti, siamo passati a 1910 euro.
La componente variabile, invece, per redditi di 15mila euro è pari a 1.190: cambiano le sue modalità di calcolo, in quanto è previsto un decremento all’aumentare del reddito.
Superati i 28mila euro di reddito, la componente variabile si azzera.
Passiamo alla terza soglia di reddito, che è stata abbassata a 50mila euro (a fronte dei precedenti 55mila). In questo caso, la detrazione si calcola con la seguente formula, fornita dal MEF:
1.910 x [(50.000 – reddito) / (50.000 – 28.000)]
Per l’ultima soglia di reddito, invece, ossia superati i 50mila euro, non è prevista alcuna detrazione annua.
Aumento in busta paga marzo 2022: Assegno Unico
L’ultima questione relativa all’aumento in busta paga di marzo 2022 è quella legata al cosiddetto Assegno Unico.
Grazie alla nuova introduzione di questa misura, a partire dal 15 marzo ed entro la data del 21 dello stesso mese, tutte le famiglie italiane riceveranno un assegno mensile dai 50 ai 175 euro.
Ovviamente, trattandosi di una misura legata alla presenza di figli a carico, tali cifre verranno ricevute solamente dai genitori.
L’importo spettante, poi, dipenderà dal reddito del nucleo familiare di riferimento. Ma quelle fino ad ora analizzate sono le cifre previste per chi ha a carico figli minorenni.
Nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente un figlio maggiorenne privo di occupazione, comunque, è previsto un Assegno Unico di importo inferiore.
In questo caso, la cifra mensile percepita va da un importo minimo pari a 25 euro, fino ad un massimo di 85 euro al mese, in base all’ISEE familiare presentato.
Non sarà necessario presentare ISEE familiare ma, in caso di mancata presentazione, l’importo percepito sarà quello minimo.
I lavoratori che non hanno ancora presentato domanda possono ancora farlo. Tra l’altro, per le domande pervenute entro il 30 giugno 2022, è previsto anche l’accredito delle precedenti mensilità, a partire dal mese di marzo.
Non essendo questa la sede per approfondire le caratteristiche dell’Assegno Unico, invitiamo i lettori interessati alla misura a prendere visione del contenuto YouTube realizzato da Come Faccio A, dove viene approfondita la misura nel dettaglio.
Ma torniamo al nostro aumento in busta paga, e cerchiamo di capire cosa accadrà adesso, con l’avvento dell’Assegno Unico.
Busta paga e Assegno Unico: aumento o diminuzione?
L’introduzione dell’Assegno Unico, infatti, ha portato con sé delle conseguenze. La nuova misura ha infatti comportato la conseguente abolizione delle misure di sostegno per le famiglie con figli a carico.
Come molti lettori sapranno già, l’Assegno Unico universale sostituisce definitivamente i cosiddetti ANF (gli Assegni al nucleo familiare). Questo comporterà, per moltissime famiglie italiane, una busta paga meno ricca, e non un aumento.
Infatti, a partire da marzo 2022, la busta paga verrà ricalcolata senza gli Assegni che sono stati abrogati in favore dell’Assegno Unico universale.
Tra l’altro, oltre agli ANF, spariscono anche gli assegni per almeno tre figli minori a carico, l’assegno di natalità, il premio alla nascita ed il fondo di sostegno per la natalità.
Tuttavia, anche se la busta paga sembrerà diminuire, in quanto mancheranno tutte queste agevolazioni, le somme verranno recuperate grazie all’Assegno Unico che verrà erogato ogni mese dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale.
Le detrazioni e gli assegni abrogati, quindi, verranno recuperati tramite questo nuovo Assegno mensile erogato dall’INPS.