Fondi e agevolazioni per imprenditoria femminile: ecco come!

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L’imprenditoria femminile ha un ruolo sempre più rilevante in Italia, in quanto ci sono sempre più donne nelle posizioni più importanti e direttamente a capo di imprese operanti in Italia. Una tendenza positiva confermata dai dati, anche se su questo la pandemia ha un ruolo, e che è pronta ad essere spinta dai fondi del PNRR. Ecco come.

L’imprenditoria femminile ha un ruolo sempre più rilevante in Italia, in quanto ci sono sempre più donne nelle posizioni più importanti e direttamente a capo di imprese operanti in Italia. Una tendenza positiva confermata dai dati, anche se su questo la pandemia ha un ruolo, e che è pronta ad essere spinta dai fondi del PNRR. Ecco come.

Quando si parla di imprenditoria femminile si fa riferimento sostanzialmente a due circostanze: donne che fondano e guidano imprese e donne che ricoprono ruoli manageriali e che, pur non avendo fondato l’impresa in questione, hanno un impatto decisivo sulla vita dell’impresa e sul suo successo.

Imprenditoria femminile non è però solo dati e numeri, ma anche e soprattutto un indicatore importante verso la parità di genere (obiettivo anche nel PNRR) e, se non possiamo certo dire di aver raggiunto tale traguardo, possiamo sbilanciarci nel vedere il trend positivo di questi ultimi anni.

Purtroppo sappiamo quanto in questo senso giochi un ruolo decisivo la cultura dominante e la prassi che vede troppo spesso uomini in posizioni rilevanti, relegando così le donne a posizioni secondarie e soprattutto a non avere pari possibilità in termini di ambizioni e percorso dal punto di vista professionale.

Ecco perché l’investimento non è sull’imprenditoria femminile e basta, ma anche sulla formazione e sul supporto delle donne che decidono di intraprendere un’attività in proprio o che già lo stanno facendo e vogliono crescere. Si tratta senza dubbio di una tematica fondamentale per riuscire a raggiungere obiettivi importanti in questo ambito.

Per questo motivo, sono in arrivo fondi importanti, in buona parte dal PNRR, per spingere in questa direzione. Ecco come funziona, quanto prevede e quali requisiti sono richiesti per ottenere agevolazioni e contributi a fondo perduto.

Imprenditoria femminile: qualche numero

Con dati provenienti dal CNA e confermati da Unioncamere, possiamo dire che l’imprenditoria femminile è in crescita, anche se i dati di riferimento più interessanti sono quelli del 2020. Quelli successivi sono inevitabilmente condizionati dalla crisi economica causata dal Covid-19 e dunque sono più difficili da comparare e da usare come parametro per commentare il trend.

La crescita di donne che occupano posizioni di rilievo nelle imprese è pari al 3,9% con dati incoroggianti in tutte le regioni d’Italia, con un trend positivo in ognuna. Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 le imprese femminili ammontavano ad oltre un milione e 330mila.

Un dato incoraggiante anche se suddividiamo tra nord, centro e sud. La maggioranza è al nord, ma rispetto alla proporzione di abitanti è un dato coerente che mostra come il fenomeno sia omogeneo in tutto il Paese.

I dati forniscono anche un’indicazione utile sui settori in cui è più frequente la presenza di donne imprenditrici: assistenza e supporto alla persona ed alla famiglia; commercio al dettaglio ed all’ingrosso; agricoltura, selvicoltura e pesca; turismo.

Si stima che nel complesso le imprese guidate da donne occupino un numero di circa 3 milioni di cittadini, un dato che ne dimostra ancor di più l’importanza.

Imprenditoria femminile: il PNRR dispone 160 milioni di euro!

I fondi per l’imprenditoria femminile stanziati dal PNRR ammontano a ben 160 milioni di euro e vanno a sommarsi ai 40 già stanziati in sede di Legge di Bilancio 2021: dunque una priorità sia per il Governo, sia per gli obiettivi stabiliti nei confronti dell’Europa nell’utilizzo dei fondi forniti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Questa cifra va poi distribuita in due modi, in seguito vedremo anche come, tra contributi a fondo perduto e finanziamenti fortemente agevolati, cioè sostanzialmente a costo zero. In questo modo, si incentiva la nascita e la crescita delle imprese a conduzione femminile.

Il Fondo a sostegno dell’impresa femminile è stato istituito dall’articolo 1, comma 97, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 ed ha stanziato appunto i primi 40 milioni di euro con riferimento agli anni 2021, 2022 e 2023. L’obiettivo era quello di sostenere l’imprenditoria femminile anche attraverso la diffusione dei valori dell’imprenditorialità in diverse modalità, obiettivo rinnovato ora con i nuovi fondi del PNRR.

Secondo quanto stabilito dal PNRR, i fondi di 160 milioni di euro sono così suddivisi:

38,8 milioni di euro destinati a “incentivi per la nascita delle imprese femminili”;121,2 milioni di euro destinati a “incentivi per lo sviluppo ed il consolidamento delle imprese femminili.

Come vedremo in seguito, per accedere a questi fondi è necessario rispettare alcuni requisiti ed alcune tempistiche sia al momento della richiesta sia una volta ottenuti i fondi.

Imprenditoria femminile: a chi sono destinati i fondi?

Abbiamo visto che i fondi hanno sostanzialmente due differenti obiettivi, da un lato la crescita e lo sviluppo delle imprese femminili e dall’altro la crescita ed il consolidamento di quelle già esistenti. In base alla categoria di cui si fa parte, bisogna capire chi può essere destinatario di questi fondi.

Per quanto riguarda il primo, crescita e sviluppo, il criterio è temporale: possono fare domanda coloro che hanno iniziato l’attività di impresa da meno di dodici mesi o hanno aperto Partita IVA da meno di dodici mesi; l’altra situazione riguarda invece chi non ha ancora costituito l’impresa ed ha 24 mesi per farlo.

Per lo sviluppo ed il consolidamento delle attività già esistenti, invece, l’attività deve essere iniziata da almeno dodici mesi o la Partita IVA aperta da almeno dodici mesi. In sostanza, è proprio il criterio temporale a distinguere la condizione a cui l’impresa può accedere ai fondi.

Imprenditoria femminile: quanto spetta?

Abbiamo visto che i fondi e l’accesso ad essi dipende sostanzialmente dal tempo da cui esiste l’attività di impresa, ora non resta che capire quali sono i fondi a cui si può accedere e, quindi, cosa si può fare con tali somme.

La nascita o lo sviluppo delle imprese deve avvenire nei seguenti settori: produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli; fornitura di servizi, in qualsiasi settore; commercio e turismo.

Per la categoria “nascita e sviluppo” l’investimento non deve superare i 250.000 euro, mentre nel caso di “sviluppo e consolidamento” l’investimento non deve superare i 400.000 euro. In entrambi i casi si valutano le spese ammissibili e l’iniziativa deve avvenire entro e non oltre 24 mesi dalla ricezione dei fondi.

Un’altra quota è poi destinata alla promozione dell’imprenditorialità femminile e diffusione dei valori dell’imprenditorialità, per spingere appunto in questa direzione il già presente trend positivo.

La composizione dei fondi ricevuti dipende poi da parametri più tecnici che non andiamo ad approfondire in questa sede, ma comportano in aiuto dal 50% all’80% degli investimenti con criteri che vanno a stabilire quanto di essi sotto forma di contributo a fondo perduto e quanto invece come finanziamento agevolato (a costo zero).

Imprenditoria femminile: come fare domanda?

I tempi sono ormai maturi, nel senso che l’attivazione di questi fondi è prossima. Si parla infatti di maggio 2022, quando finalmente i fondi saranno disponibili e si potrà quindi fare domanda per ottenerli.

La domanda andrà inoltrata ad Invitalia, la piattaforma che si occupa di mettere a disposizione l’iter telematico con cui raccogliere tutte le informazioni ed i dati utili per comprendere se ci sono i requisiti per l’accesso ai fondi ed eventualmente l’ammontare di essi.

Ad oggi non ci sono ancora date certe, ma non appena saranno disponibili lo segnaleremo qui sul portale, fornendo anche tutte le informazioni utili sull’iter di domanda, sulle tempistiche e sui dati da fornire ad Invitalia.