Partita Iva forfettaria: ecco tutte le spese da scaricare!

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Partita Iva, quali sono le spese scaricabili se si sceglie di aderire al regime forfettario? Il regime forfettario conviene rispetto a quello ordinario? In molti pensano che con il regime di tassazione agevolato non si possano scaricare spese sostenute dall’attività, ma non è propriamente vero al 100%.Questi alcuni punti che andremo ad approfondire all’interno dell’articolo.

Aprire o non aprire una Partita Iva in Italia ? Questo è uno dei più grandi dilemmi manifestati da freelance ed aspiranti imprenditori.

Il timore è legato al fatto che si pensa che in Italia ci sia una tassazione alta, che mantenere una P.I. aperta sia oneroso, ecc.

In verità c’è un regime fiscale molto conveniente, che negli ultimi anni ha avuto un gran successo soprattutto tra gli imprenditori digitali, si tratta del regime forfettario.

L’oggetto di quest’articolo è approfondire un tema, un aspetto legato al regime forfettario che in molti non conoscono, ma che potrebbe risultare importante per la crescita della propria attività.

Molte persone che adottano questo regime fiscale in fatti pensano che con il forfettario non si possa scaricare alcun tipo di spesa, vedremo che questo non è del tutto vero.

Le prime spese di un aspirante imprenditore che decide di aprire la Partita IVA, che dovrà sostenere probabilmente saranno legate ad alcuni investimenti per legati alla propria attività, per esempio pensiamo ad una Social Media Marketing Agency che come primo investimento prevede di sicuro l’acquisto di uno o più pc, o pensiamo alle spese necessarie per pagare eventuali dipendenti o collaboratori e così via.

Ora a differenza del classico regime ordinario dove la lista delle spese da poter scaricare e decisamente lunga, nel regime forfettario a fronte di una tassazione decisamente più agevolata le cose in termini di spese da poter recuperare cambiano ed il funzionamento è decisamente diverso.

Come spiegato dal portale Fiscozen specialisti nell’aiutare  imprenditori a Partita IVA a superare gli ostacoli della burocrazia e realizzare le proprie ambizioni professionali, i costi e le spese da poter scaricare per chi aderisce al regime forfettario dipendono dal codice ATECO.

Ebbene nel proseguo dell’articolo andremo a scoprire esattamente punti poco conosciuti intorno al regime forfettario che se conosciuti potrebbero risolvere piccoli problemi che contribuirebbero alla crescita economica della propria attività imprenditoriale.

Partita IVA in regime forfettario? E’ possibile dedurre le spese sostenute per la propria attività?

Uno dei primi interrogativi che si pongono freelance e aspiranti imprenditori quando devono scegliere di aprire la Partita IVA aderendo al regime forfettario è:

“ma con il regime forfettario posso scaricarmi le spesse dell’attività?”

Le spese saranno portate in detrazione nel modulo presentato necessario per la Dichiarazione dei redditi, sul quale verranno inseriti dati riguardanti il reddito prodotto e le spese sostenute.

Solo per citare alcuni esempi, le spese solitamente riportate nella Dichiarazione dei redditi sono:

spese di tipo medico;costo del carburante necessario per recarsi dai clienti o per trasportare merce;acquisto di beni tecnologici come pc stampanti, particolari macchinari necessari per l’attività.

Il discorso è se queste sono spese normalmente scaricabili nel momento in cui si sceglie il regime ordinario, le cose cambiano nel caso di Partita IVA con regime forfettario.

Molto dipenderà infatti dal codice ATECO della P.I..

Partita IVA: in quali casi è possibile scaricare le spese con il regime forfettario?

Solitamente chi percepisce redditi da attività autonoma nella dichiarazione dei redditi oltre ai dati riguardanti il reddito generato c’è la voce riguardo le spese sostenute, scaricabili.

Abbiamo detto come le spese possano riguardare, carburante, spese di tipo medico, migliorie apportate all’attività, ecc o ancora per assumere collaboratori.

Insomma spese che giornaliere che fanno parte dell’attività, ma che allo stesso tempo gravano e non poco sul bilancio, ecco il motivo per il quale avere la possibilità di portare in detrazione tali spese risulta essere molto importante per la salute economica dell’attività stessa.

Nel regime forfettario, tuttavia, le suddette spese si calcolano su base fissa o, per meglio dire, forfettaria.

Cerchiamo di fare chiarezza intorno a questo importante punto.

Partita Iva: Quali sono le spese deducibili per chi ha aderito al Regime forfettario 

Prima di entrare nel merito della questione, facciamo un paio di premesse necessarie, i possessori di Partita IVA appartenenti al regime forfettario le uniche spese che potranno dedurre andandole ad inserire nel modulo della Dichiarazione dei Redditi sono quelle relative ai contributi previdenziali INPS.

Tutto ciò che riguarda le altre spese, comprese quelle elencate nei paragrafi precedenti non potranno essere riportate nella Dichiarazione dei redditi e di conseguenza non potranno essere scaricate.

Ma attenzione questo non significa che non si potrà avere un rimborso al meno parziale di tali spese.

Quella che cambia infatti è la procedure per portare le spese in deduzione calcolate non in modo manuale, voce per voce, bensì con un calcolo fisso.

Spese scaricabili e reddito imponibile per le Partita IVA in regime forfettario: ecco come funziona!

Per capire come poter scaricare le spese in una Partita IVA con regime forfettario bisognerà prima fare chiarezza intorno ad alcuni concetti.

La prima cosa che c’è da conoscere riguarda la differenza tra fatturato lordo e reddito imponibile

Cominciamo dal fatturato lordo per il quale si intende l’intero importo ricevuto attraverso il pagamento della prestazione lavorativa.

Un altro concetto da imparare è invece la base imponibile ovvero l’importo su cui vengono calcolate le imposte da pagare.

Nel lavorare con il regime forfettario rispetto a quello ordinario è che nel primo caso fatturato lordo e base imponibile non coincidono. 

Infatti, in base a quanto previsto da tale regime di tassazione agevolata, al lordo viene detratta una percentuale per coprire le spese in modo forfettario. 

La parte detratta dunque servirà a coprire parte delle spese che in un regime ordinario invece vengono inserite tutte e manualmente.

Ma quindi la domanda che sorge spontanea è:

Nel regime forfettario a quanto ammonta la quota fissa a copertura delle spese sostenute? 

La risposta è dipende dal codice ATECO dell’attività.

Il codice ATECO ha la funzione di individuare la tipologia di attività svolta dalla Partita IVA, per farci un’idea, avvocato, ingegnere, grafico freelance , Psicologo, ognuna di queste professioni è identificata con un codice ATECO differente.

Ed è proprio la tipologia di codice a determinare la percentuale che verrà dedotta forfettariamente dal fatturato lordo, come “acconto” per le spese sostenute. 

Per ciascun settore o attività, difatti, è stato stabilito un coefficiente di redditività, cioè la parte di fatturato che effettivamente fa reddito.

Per farci un idea più precisa facciamo un esempio analizzando numeri e coefficienti concreti.

Nel caso della maggior parte delle professioni il coefficiente di redditività si aggira più o meno intorno al 78% con una quota detratta del 22%.

Differente invece il caso quando parliamo di artigiani dove il coefficiente di redditività diventa del 67% con una quota detratta del 33%.

Ora dunque tutto dovrebbe essere più chiaro, ribadendo ancora una volta che in Dichiarazione dei redditi per le Partite IVA in regime forfettario l’unica voce riguardo le spese deducibili da dover inserire manualmente riguarda quella dei contributi previdenziali INPS.

Partita Iva: i vantaggi del regime forfettario

Non è l’oggetto di questo articolo ma in breve ci sono dei vantaggi nell’aprire una Partita IVA aderendo al regime forfettario?

La risposta è dipende dai casi, ma ciò che è certo è che trattandosi di un regime di tipo agevolato i vantaggi ci sono. 

I vantaggi oggettivi riguardano:

un regime di tassazione ridotto, valido per i primi 5 anni a partire dalla data di apertura della P.I..

In questo caso la normativa che regola il regime forfettario prevede un aliquota fiscale di tassazione del 5% che a partire dal sesto anno sale al 15%.

altro vantaggio è sicuramente

l’esenzione dall’IVA e una tenuta della contabilità semplificata.

Questa è solo una sintesi di alcuni punti che caratterizzano le partite IVA a regime forfettario, punti che approfondiremo in un altro articolo.