Uno dei punti della prossima riforma fiscale al vaglio del Governo è il taglio delle tasse per due anni verso i lavoratori a Partita IVA con redditi sopra i 65mila euro. Questo è solo uno dei punti che prevede una serie di novità che vedono il rimborso delle spese scaricabili, immediato e non successivo alla Dichiarazione dei Redditi insieme a tanto altro ancora.
Torna sul tavolo la riforma del Fisco, c’è il via libera della Ragioneria generale dello Stato, ciò significa che a breve partirà l’iter di approvazione partendo dalla Commissione finanza della Camera per poi continuare rapidamente verso l’entrata in vigore.
Tra i punti oggetto della riforma emerge quello riguardo il taglio Irpef di due anni per Partita IVA con redditi superiori ai 65 mila euro.
Dopo la crisi sfiorata sui disaccordi intorno alla leggendaria riforma del catasto (che da anni continua a spuntare fuori, ma che alla fine non viene mai designata), le forze politiche sembrano aver trovato un accordo.
Tra i nodi più spinosi c’era infatti anche quello relativo alla flat tax per i lavoratori autonomi.
In questo senso l’accordo al quale si è giunti prevede un aliquota di tassazione del 15% fisso per redditi inferiori a 65 mila euro, (regime forfettario), superato i quali interverrà uno “scivolo” di due anni con una tassazione leggermente superiore per poi approdare alla tassazione ordinaria.
I due anni di “scivolo” possiamo definirli come una “exit tax” che rappresenta un cuscinetto tra l’uscita dal regime agevolato e l’entrata nel regime ordinario caratterizzato da una aliquota più alta ma con vantaggi diversi (per esempio rispetto alle spese da poter scaricare).
I due anni definiti “exit tax” comunque varranno fino ad una determinata soglia di reddito, per il momento non conosciuta.
Voci di corridoio parlano di una soglia di reddito massima fissata a 100mila euro.
Partita Iva : ancora due aliquote Irpef in base alla natura del reddito
Riguardo altre novità che potrebbero interessare le Partita IVA ma non solo, c’è la conferma introdotta nel testo che caratterizza la prossima riforma fiscale della conferma del sistema duale.
Cosa significa precisamente?
In pratica con sistema duale si intende la divisione per quanto riguarda le imposte da pagare tra redditi da lavoro, soggetti all’Irpef e redditi da capitale per i quali invece è prevista una tassazione separata.
Con redditi da capitale intendiamo quei redditi provenienti dall’affitto di immobili, rendite finanziarie provenienti dalla detenzione di portafogli azionari, titoli di Stato, Bot e così via.
Niente aliquota unica dunque, ma le due tipologie di reddito saranno tassati secondo 2 aliquote differenti.
Ma qual’ è l’obiettivo di questa decisione?
In pratica l’obiettivo del Governo sarebbe quello di garantire un “atterraggio morbido”.
Per il momento non ancora si conoscono le aliquota adottate, ma l’ipotesi è quella di 2 aliquote rispettivamente al 15% ed al 23%.
Inoltre pare che in questa aliquota ricadranno anche immobili commerciati tenuti fino ad ora fuori dalla gestione separata.
Partita IVA: le novità della riforma fiscale
Ma le belle notizie per i detentori di partite Iva non finiscono qui.
Nel testo della riforma fiscale pare sia stata introdotta la cancellazione graduale di una delle tasse più contestate da parte degli imprenditori, stiamo parlando dell’Irap.
Novità anche sul fronte Irpef, rivoluzione Irpef cominciata già nel 2021 con la riduzione del numero di aliquote da 5 a 4 che dovrebbe completarsi tra il 2022 ed il 2023, con un‘ulteriore riduzione fino a 3 aliquote e cioè: 23%, 33% e 43%, per la conferma si dovrà aspettare il governo che sta lavorando per trovare le risorse finanziare necessarie a copertura di quest’ultimo intervento.
Partita IVA in regime ordinario: Detrazioni Irpef immediate
Nuove regole per le Partita IVA in regime ordinario anche per quanto riguarda le spese da poter scaricare tramite dichiarazione dei Redditi.
In pratica lo sconto fiscale del 19% previsto per le spese sanitarie potrà essere chiesto direttamente sul conto corrente, questo significa che per il rimborso non si dovrà aspettare al Dichiarazione dei redditi, ma avverrà in tempi quasi immediati.
Di seguito un esempio concreto che da l’idea di come cambia il sistema di rimborsi:
ipotizziamo di aver acquistato un farmaco o di esserci sottoposti ad una visita medica spendendo 100 euro.
Ora il rimborso previsto secondo le aliquote vigenti sarebbe di 19 euro.
Bene questi verrebbero accreditati immediatamente sull’App Io per poi affluire sul conto corrente della persona interessata.
Ovviamente condizione necessaria per cui ciò avvenga è sostenere le spese elencate con metodi di pagamento elettronico come bancomat e carte di credito.
Questo punto riferito al rimborso delle spese mediche in tempi immediati, che rende l’intero sistema molto simile ad un cashback di stato non è ancora stato designato in forma definitiva, ma si lavora ancora sugli ultimi dettagli.
I fautori, promotori di questa misura sono sicuramente i membri del Movimento 5 Stelle.
Cosa manca per l’approvazione della nuova riforma fiscale?
Il nodo cruciale per portare a casa l’intera manovra è rappresentato dal trovare le coperture finanziarie adeguate, le risorse.
La delega chiarisce che l’attuazione dovrà essere fatta a saldo zero!
Il concetto di “saldo zero” per chi no lo conoscesse è rappresentata dal fatto che per ogni euro in meno di tasse deve essere compensata da una pari entrata nelle Casse dello stato.
L’iter di approvazione dunque procede una volta ufficializzato il via libera da parte della Ragioneria di Stato, l’iter dovrebbe spedire veloce verso come tutti si augurano una decisa. approvazione.
Partita IVA: decade la possibilità di una “flat tax” indetermianta per redditi superiori ai 65.000 euro
L’idea di una flat tax permanete per redditi sopra i 65.000 euro destinata ai detentori di Partita IVA sembra ormai essere tramontata.
Quella che era il cavallo di battaglia della Lega nord, ovvero un aliquota del 20% per Partite IVA con redditi compresi tra i 65mila ed i 100mila euro è stato definitivamente accantonato e sostituito con quella che definiremo “exit tax”.
L’ “exit tax” come già ribadito nel paragrafo introduttivo prevede due anni di tassazione agevolata una volta superata la soglia di reddito di 65 mila euro.
Insomma quello che si vuole instaurare è un passaggio progressivo dal regime agevolato a quello ordinario.
Sotto i 65 mila euro o per coloro che si trovano ad aprire la Partita IVA resta in vigore la possibilità di aderire al regime forfettario, caratterizzato da quella che può essere definita una vera e propria “flat tax” con un’aliquota del 15% oltre a poter beneficiare di una gestione più snella di tutta la parte burocratica.
Tra le semplificazioni in essere :
il mancato obbligo di presentare la dichiarazione annuale e la comunicazione trimestrale.esonero da adempimenti come studi di settore, esterometro, ecc..esonero dal passaggio alla fattura elettronica (pur con l’incentivo di un regime premiale per i contribuenti forfettari che scelgono di adottare unicamente la nuova fatturazione).
Non dimentichiamo inoltre la gestione della contabilità decisamente semplificata rispetto al regime ordinario.
Il regime forfettario infatti non prevede la registrazione delle fatture in uscita, basterà conservarle ordinandole per numero progressivo.
Altri vantaggi indiretti sono rappresentati dal costo minore del commercialista, vista l’attività di gestione decisamente più semplificata, on-line si trovano studi fiscali professionali dove sarà possibile aprire in pochi click la propria Partita IVA è il caso del noto Fiscozen.
La riforma fiscale si è messa dunque in moto, nelle prossime settimane continueranno ad esserci di sicuro altre novità che noi di Trend online saremo pronti a comunicare tempestivamente a tutti i nosti lettori.